AVP e le Ladrone di bandierine. Come la banda Bassotti, ci sono state diverse persone che hanno trafugato le bandierine, il tutto collegato a un’organizzazione insufficiente per un’idea di gara bellissima da riproporre. Dunque l’Alta Via Del Parchi detta AVP501 2018/501k/36D+ era una gara che partiva da Pennabilli in Carpegna per attraversare 8 parchi regionali presenti sul crinale dell’appennino Tosco-Emiliano.
Il Parco dei Gessi ad Imola merita tra tutti di essere visto ma sotto una particolare condizione, durante o meglio dopo una forte pioggia. Grazie al particolare meteo della gara mi sono trovato a vivere questa situazione quando il gesso grigio allo stadio naturale diventa una lastra trasparente di vetro ed infine con il sole mostra le profondità della montagna sfoggiando il prisma arcobaleno dal terreno ….. spettacolo!
La famosa foresta Casentina è invece un’immensa distesa di faggi ed è come essere da noi in Cansiglio, i calanchi di Marradi incutono instabilità e verso sera allungano ombre che disegnano streghe.
Il monte Battaglia è un mausoleo a cielo aperto che con la zona del Monte Sole ben rappresenta il dramma vissuto lungo la linea Gotica della II guerra mondiale. Eppure qui nonostante il nome trionfale termina una gara strana fatta di stenti che ha come un unico responsabile l’uomo.
L’errore umano è iniziato con l’organizzazione, che ha dichiarato che il percorso era tracciato e ha ritenuto facoltativo l’utilizzo delle tracce GPX. Il primo giorno a un certo momento sono scomparse le balise e ci siamo trovati a improvvisare, ma al 70°km dalla posizione 14 mi sono scoperto improvvisamente in testa alla gara!! A Marradi invece eravamo un folto gruppo visto che le balise continuavano a sparire ma c’era chi veniva aiutato dal supporto a ritornare sul percorso.
Ma mentre il primo giorno queste strane sparizioni erano sicuramente attribuibili ai locali, in genere cacciatori o proprietari terrieri, dal secondo giorno le bandierine sono scomparse sistematicamente dopo il passaggio del primo gruppo. Io che facevo parte del secondo mi sono ritrovato a ‘ravanare’ per il bosco e visto che pioveva a cercare le impronte ai bivi dei sentieri per avanzare.
Al passo del Muraglione (km100) la svolta: sono rimasto solo, senza riuscire a trovare le tracce. Ho sbagliato il sentiero e sono sbucato in un’altra vallata. Disperato sono entrato nella proprietà probabilmente di un pastore per avere info ma non mi sono accorto dei due veri pastori….maremmani che sono arrivati con atteggiamento non proprio amichevole. Ho tentato di darmi alla fuga ma i “cucciolotti” mi hanno stretto sul bordo del recinto, ho tentato di difendermi con i bastoni ma poi ho visto che non erano in procinto di attaccarmi. La luce della frontale, puntata su di loro, li ha spaventati e sono rimasti a distanza, limitandosi ad abbaiare, finché non è venuto fuori il pastore bipede che, probabilmente impietosito, mi ha salvato, rifocillato e riportato col fuoristrada sul sentiero della gara.
In gara ho trovato un’amica (dopo questa gara diventerà EX-amica), preoccupata per suo marito che faceva parte del primo gruppo. Purtroppo, incredibilmente, proprio lei sarà l’artefice delle balise spostate. Le ho chiesto di riferire dell’accaduto all’organizzazione e lei cosa ha fatto? Ha comunicato che mi ero fatto riportare sul percorso con dei mezzi di trasporto. Sono rimasto sconvolto dal suo gesto e ho telefonato anch’io per giustificarmi, spiegando l’accaduto. L’organizzazione a quanto pare mi ha creduto e mi hanno dato l’autorizzazione per riprendere la gara.
Abbiamo avanzato di gran lena, ma le balise continuavano a scomparire, sempre dopo il primo gruppetto. Sono rimasto in gara grazie all’incontro con un ungherese che sembrava uno sciamano. Abbiamo scoperto di avere una vera sintonia e soprattutto lui aveva qualcosa di fondamentale oltre la simpatia: un GPS. Sono rimasto con lui il più a lungo possibile, ma il problema è stato che io ero più veloce di giorno e invece di notte lui diventava una freccia, quindi alla terza notte sono rimasto di nuovo solo.
All’ascesa del Monte Battaglia (al km200) ci hanno accompagnato dei ragazzi di un gruppo sportivo e ci hanno spiegato che era tutta dritta e non ci si poteva perdere. Mi si è appiccicato un tipo che, istintivamente, ho fiutato che non mi avrebbe portato niente di buono. A un certo momento le bandierine hanno svoltato a sinistra, verso una scarpata instabile, e ci siamo resi conto di essere ancora una volta fuori percorso e anche di tanto.
Ho provato a chiamare l’organizzazione per farci ritornare sul percorso ma senza esito, il tipo con me preso dal panico mi ha chiesto di passargli il cellulare per parlare con loro e quando volevo che me lo restituisse, è scappato e ritornato col telefono ormai scarico… ora si che eravamo fregati! Dispersi e irraggiungibili. Mi sono arrabbiato di brutto con il soggetto, l’ho coperto di insulti e me ne sono andato.
Partito alla cieca da solo e senza speranze, verso mattina ho ritrovato la via e sono arrivato alla base vita. Ho segnalato agli organizzatori la posizione del collega fermo sul monte e ho chiesto che venisse annullata la gara (km250). Di li a poco hanno preso atto che era l’unica cosa sensata da fare.
Sono stati proprio gli organizzatori a comunicarmi che le responsabili dello spostamento delle bandierine erano due donne che facevano assistenza ai primi. Mi è riuscito impossibile pensare che una di queste era proprio lei, la mia amica. Ma mi hanno confermato che le hanno viste mentre lo facevano!
Quindi la gara è terminata a metà, ufficialmente per maltempo e io mi sono ritrovato al 4° posto, triste e arrabbiato non meno degli altri atleti che nel frattempo arrivavano.
Ho riflettuto spesso sull’accaduto e l’unica spiegazione che ho trovato è l’amore morboso di questa Ex-amica verso suo marito. Si è trattato di un gesto d’amore per farlo vincere ad ogni costo e, conoscendo lui, credo che non abbia capito nulla di cosa realmente gli abbiano combinato dietro le quinte.
Li ho trovati ad altre gare ma non hai mai avuto il coraggio di affrontare la questione.