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TOR e il Mal di Tor

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Forcella Malatrà e il Monte Bianco

MALATRA’ – LA SFIGA

Ero reduce dai primi sette mesi dell’anno in cui una seria infezione alle vie urinarie e un guaio muscolare
tendineo mi avevano costretto a numerosi ritiri. Ad ogni gara mi vedevo miseramente mendicare
solidarietà dai compagni soddisfatti della loro prestazione.
Ma a fine Luglio la svolta, partecipo all’Adamello Supertrail con pochissimo allenamento la vado a
concludere in crescendo e con un ottimo risultato!!
Sorpreso ma non troppo riparto di slancio con gli allenamenti per il TDG ma la MALATRA incombe ancora.
Mi assegnano una cattedra di insegnante e siccome il TDG si svolge esattamente nella prima settimana di
scuola, debbo scegliere o il dovere o il piacere. Tento mediazioni con la Dirigente della scuola ma mi
risponde picche. A questo punto a 1 settimana dal TDG Spedisco la Diagnosi Medica di problemi al tendine
per avere una parte del rimborso, ma mi comunicano che avrei dovuto farlo entro il 20 agosto!!
A questo punto mi incazzo, torno dalla Dirigente e le spiego che c’era un lavoro in Scuola che da due anni
lei cercava di fare e che non ci riusciva ed insomma io sapevo farlo e gliel’avrei fatto se ………. CENTRO, gli si
illuminano gli occhi e a me mi cresce il pisello perché mi da finalmente il via libero.
Nuovamente con poco allenamento parto per l’avventura che da mesi sognavo. Da quando, alla prima
edizione, avevo seguito la diretta di un certo leosorry e da li ero rimasto folgorato sull’ altavia……..
LA PARTENZA
Lunedi 12/09/2011: Secondo giorno del TDG sono disperso nella natura, mi piace tutto mi impegno ma non
vado avanti. La media di 3 passi a circa 3000metri al giorno mi sta devastando, l’acclimatazione non arriva.
La Prima notte sono stato costretto a dormire 1 oretta alla fine di ogni montagna. Arriva la seconda notte e
sono finito, in salita mi sorpassano tutti in discesa recupero ma alla seconda notte, anziché correre, mi
metto a dormire tutta la notte!!
LA NATURA
Il giorno dopo arriva la svolta, mi sveglio che sono un fringuello , mi pento di aver perso tutte quelle
posizioni , elimino dalla mia dotazione il roadbook, l’altimetro, il camel bag d’acqua ed evidentemente
lascio giù anche MALATRA’, tengo solo la giacca a vento e la borraccia da mezzo.
Grande l’idea di lasciare giù Quelle cose, Senza altimetro e orologio mi sono perso nel tempo. Insomma
Non sapevo quanto mi mancava per arrivare in cima alla montagna e neanche al ristoro più vicino.
Insomma tempo e km non mi angosciavano più, ero libero e correvo libero come gli stambecchi che mi
affiancavano di mattina nel bacino del GranParadiso. Arrivando al Rifugio Crest una signora mi chiede ma
quanto ci hai impiegato dal punto Vita ? Ed Io le rispondo ‘non lo so, non ho l’orologio, ma son partito
all’alba e sto correndo da qualche ora, saranno le 1030’, lei mi guarda sorride e mi dice ‘sono le 15 e 30’!!!


L’OSPITALITA’ DELLA VALLEE’
La componente dei ristori è qualcosa di indissolubile al TDG. La regione ha promosso quest’iniziativa con
l’intento di far conoscere la zona. Ti fanno transitare per questi paesini in pietra e fiori che sono un
bocciolo. Hanno affidato alla gente locale la gestione del ristoro locale, risultato, ad ogni ristoro trovo la
favolosa fontina della valle d’aosta, la Moccetta (carne salata), la Birra (Friulana), Brodo di carne, la crema
di cogne, la Polenta e il lardo d’arnaux!! Cazz!!

Dal secondo giorno, non so se sia un effetto dell’ossigeno, continuo a mangiare fontina e birra, e quando un
vecchio mi porta una scodella di bonarda bevo anche quella e quando socializzo con il bracconiere bevo
anche una specie di grappa e quando escono ‘dei fioi dal bar’e mi offrono il prosecco io l’accetto.
Insomma una festa, un bagno di gente che vuole parlare con te, che non vede bene i francesi che
tiratissimi, assaggiano qua e là le belle cose preparate e fuggono via. Coloro che si fermano ai ristori
vengono ricoperti di ammirazione disponibilità e curiosità, QUESTA GENTE VUOLE SOCIALIZZARE CON NOI.
A fine gara parlando di questo con l’organizzazione mi dicevano,’ è incredibile, questo è un popolo di
montagna e quindi non di certo aperto, ma per questa iniziativa si sono uniti tutti con un entusiasmo mai
visto’. I MIEI COMPLIMENTI COMMOSSI.


IL DOGANIERE E IL CONTRABBANDIERE
Ora i riferimenti dovrò mantenerli generici ma vi racconto questa, arrivo ad un rifugio,mi aspetta un
baffone e un rosso entrambi bevuti. Mi siedo, ci parlo, gli piaccio ed uno di loro dice all’altro ‘tira fuori
quella roba ‘ e l’altro tira fuori una specie prosciutto ‘incancarito’. Me lo fanno assaggiare e mi dicono sai
cosè ? E’ prosciutto di stambecco, questo baffone va a caccia di stambecchi e sai cosa faceva di mestiere, il
doganiere!! Lo guardo perplesso e lui mi fa ‘Sono buoni e poi visto che lui ti dice ste cose io ti dico cosa
faceva lui : il contrabbandiere, e racconta. Vedi quella è la frontiera con la svizzera e negli anni 70 questo
qui portava giù per questi passi 40kg di sigarette a viaggio. ’ Altro ke Makamoto !!!!! Il rosso a questo
punto risponde ‘ si è vero si prendeva bene, 20.000lire a viaggio e siccome sto baffone prendeva appena
90.000lire al mese ha pensato bene di farmi un agguato ed incastrarmi. Da allora, da buon doganiere, mi
chiedeva 5kg a viaggio!! La fine della storia è questa ora questi due ora sono amici in pensione e passano il
loro tempo assieme lassù sulla malga!!!


LA RIMONTA
Dalla carica della gente, dalla forza del mangiare, dalle asperità dei passi e dall’agonismo è comunque
partita una rimonta che per me aveva dell’incredibile. Dal terzo giorno non c’era più la stanchezza e la
paura di non farcela, tutto era diventato uno scoprire nuove vallate e nuova gente. Insomma, dal terzo
giorno rimanevo incollato al gruppo in salita ed in discesa ogni volta facevo un piccolo capolavoro, le
posizioni si sono decrementate rispettivamente per giorno da 99 a 69 a 51 a 37esimo all’arrivo. Sono state
tutti posizioni che ho recuperato in discesa, e mi dispiace dirlo ma, ogni persona superata mi alimentava
soprattutto se francese.

I FRANCESI
A proposito di Francesi c’è da aprire un versetto. Maggiormente preparati di noi italiani e quasi in egual
numero alla partenza, hanno fatto complessivamente molto meglio di noi. Il mio destino invece vuole
sempre che le cose che mal digerisci te le trovi sempre tra i piedi. Così ho condiviso degli attimi opposti con
due francesi il primo Alex, è diventato un grande amico da quando ha manifestato la voglia di fare strada
assieme. Poi le mucche hanno tolto le bandiere e lui si è perso e io l’ho ritrovato, infine io avevo La pianta
dei piedi sfondati e mi ha mostrato gli effetti benefici della vasodilatazione e vasocostrizione nei torrenti.
Di notte, era simpatico,mi faceva tutti versi degli animali del bosco. Ma le ultime due mattine la prima cosa
che mi diceva spiritato era M A L A T R A’, e non lo capivo e lui rideva….

MALATRA’
E’ una forcella di 3000 o poco più ed è la più dura poiché è l’ultima, per ascendere c’è un 1500 da fare ma
soprattutto l’ultimo tratto è in piedi con corde. Ha avuto un fascino incredibile ed ha rappresentato la fine
del mio divertimento. L’ho fatta al tramonto e da solo, e una volta arrivato in cima ti si appare l’intera
catena del monte bianco, non credo che le foto possano avvicinarsi a quelle sensazioni.
Sta di fatto che quel giorno non ero partito da Ollmont come tutti quelli del mio settore, ma per recuperare
ancora ero partito da Closè, quindi mi ero fatto una montagna in più!! E l’ho sentita poiché finita la scalata
anziché pompare come sempre in discesa, sono sprofondato in una crisi lunare!! Arrancando sono arrivato
al Bonatti, li c’erano le Svedesi che facevano festa e la cameriera che mi prendeva in giro e diceva ‘ così
come sei preso non riesci neanche a guardarle!’. Dormo mezz’ora e a quel punto tutto il mio sogno
svanisce,ero a 11km dal traguardo, avevo sognato e pianto diverse volte nell’immaginarmi al traguardo,
eppure ora mi sentivo freddo ed arrabbiato, forse perché l’incantesimo stava per svanire.


L’ERRORE
RiParto con un amico, prendiamo il sentiero largo, ma dopo poco vedo che c’è un persona che gira in un
sentierino alto. Lo chiamo, mi vede, gli chiedo se sono li le bandierine, lui non mi risponde gira la testa e
accellera. Mi prendono i fumi, insisto con il mio amico per tornare indietro ma lui non vuole (sbaglierà
strada come Gazzola). Torno indietro solo io e scopro che in realtà le bandierine giravano proprio alte e che
in giù stavano sbagliando altre persone, incomincio a chiamarle ma alcune mi ascoltano, altre no. Mi getto
all’inseguimento del secondo francese di cui voglio parlarvi, lo raggiungo prima del Bertone, lo incomincio
ad offendere, gli do due spintoni, gli cerco il numero del pettorale ma lo ha nascosto.
Gli dico che voglio farlo squalificare, lui spaventato farfuglia ‘che non è in gara’, allora vado avanti per
arrivare al Bertone e segnalare la cosa. Arriva anche lui, quelli del Bertone non sanno a chi credere e
tentennano, lui fugge giù verso l’arrivo. Riparto con l’inseguimento ma non riesco a stargli dietro, nella
ricerca della sua frontale nel bosco faccio un volo pazzesco a 2 km dall’arrivo e mi faccio male a un piede.
Insomma l’arrivo non è stato come l’ho sognato, ero troppo arrabbiato, del francese non c’era più traccia e
gli ispettori all’arrivo avevano solo voglia di sorvolare sull’accaduto.
Finisce qua questa storia, resta un arrivo non sentito come doveva essere che forse mi darà stimolo per
ripropormi. Delle 5 giornate in montagna resta qualcosa di mistico e una sensazione di tristezza perché il
tutto è finito troppo presto.
Pentimenti non ne ho, sono dell’idea ci si pente solo di quello che non si fa, ecco perché auguro a tutti
quelli che posso di fare un gran Tdg il prox anno.

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